
I Mavìlle raccontano "Ego"
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16/09/2025 | CarolinaElle
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I Mavìlle sono una band emergente nel panorama musicale italiano, contraddistinta da un sound che combina con abilità rock e pop, contaminato da influenze rap e hip-hop, con testi in italiano. Nel 2024, vincitori del contest nazionale Hitweek, si esibiscono sul prestigioso palco del celebre Whisky a Go Go di Los Angeles, condividendo la scena con Emma Marrone. Uno step significativo che testimonia la qualità e la ricchezza della musica italiana, proiettandola su uno dei palcoscenici più iconici della scena internazionale. Ai primi singoli “Weird” e “Paranoie”, segue ora il loro brano più iconico: "Ego" fuori dal 12 settembre. Intervista al frontman Roberto.
Roberto, nasci come busker. Quanto forma la strada?
Sicuramente è un'ottima palestra. È un po' come stare su un palco tutti i giorni, e ti permette di sperimentare e provare cose nuove.
Con quali artisti siete cresciuti?
Abbiamo influenze completamente diverse tra di noi. C'è chi è cresciuto ascoltando Stevie Wonder e Michael Jackson, chi i Linkin Park, chi ascolta musica sperimentale, chi è ancora legato al buon vecchio e sano rock'n'roll. Addirittura c'è chi è cresciuto ascoltando i Pooh (ma non vi dico chi). Insomma, siamo un contenitore pieno di ingredienti diversi.
Come nasce la vostra musica? Quali sono le fonti d'ispirazione?
Abbiamo fonti di ispirazione che variano molto da brano a brano. Basta che ci passi nelle orecchie un pezzo che ci trasmette qualcosa e iniziamo a disegnarci sopra i nostri scarabocchi e ghirigori. Di solito le nostre canzoni nascono con Gio che mi manda un giro di pianoforte, di chitarra o di basso e io che ci scrivo sopra una prima idea che poi faremo sentire al resto del gruppo. Oppure (anche se è più raro) magari, dopo aver scritto una melodia e delle parole che non se ne vanno dalla mia testa, decido di mandarlo a Gio e vagliamo insieme se presentare l'idea agli altri o meno.
C'è un'esperienza musicale che vi ha segnato in particolar modo?
Sicuramente è stata l'apertura del concerto di Emma Marrone al Whisky a Go Go di Los Angeles. Andare negli Stati Uniti per la prima volta è già di per sé un'esperienza magica, ma sapere che eravamo lì per salire su quel palco prima di un'artista come Emma è una grande sensazione.
Tenete molto al fatto che la vostra musica sia composta e suonata con cura artigianale, che non c'è niente di prefabbricato. Spiegaci...
È semplice. Nasciamo tutti e quattro come musicisti, non come produttori musicali. E questo ci permette di vedere le cose da un'altra prospettiva. Parte tutto da un giro di chitarra o di pianoforte. Ogni cosa parte da zero. Ed è proprio questo il bello. Ogni brano che nasce non è un prefabbricato di qualcosa di già esistente, è come un figlio che nasce e sai che non sarebbe potuto nascere nello stesso modo se non da te.
Che contenuto c'è in "Ego"?
Ego parla di un dialogo interiore tra il “noi” conscio e quello inconscio. Ed è un percorso che spesso viaggia su strade sconnesse e dissestate. Non è un comodo viaggio di vacanza. È una vera e propria esperienza che può permetterti di conoscerti meglio.
Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Al giorno d'oggi il web è il mezzo più rapido per farsi conoscere, questo sì. Ma non è l'unico; quanti artisti conosciamo che non sono partiti dai social e si sono creati una carriera solida e stabile? Sta tutto nel quanto davvero vuoi o meno ottenere qualcosa. Quanto davvero si è disposti a sacrificare tutto in funzione di quello?
Roberto, nasci come busker. Quanto forma la strada?
Sicuramente è un'ottima palestra. È un po' come stare su un palco tutti i giorni, e ti permette di sperimentare e provare cose nuove.
Con quali artisti siete cresciuti?
Abbiamo influenze completamente diverse tra di noi. C'è chi è cresciuto ascoltando Stevie Wonder e Michael Jackson, chi i Linkin Park, chi ascolta musica sperimentale, chi è ancora legato al buon vecchio e sano rock'n'roll. Addirittura c'è chi è cresciuto ascoltando i Pooh (ma non vi dico chi). Insomma, siamo un contenitore pieno di ingredienti diversi.
Come nasce la vostra musica? Quali sono le fonti d'ispirazione?
Abbiamo fonti di ispirazione che variano molto da brano a brano. Basta che ci passi nelle orecchie un pezzo che ci trasmette qualcosa e iniziamo a disegnarci sopra i nostri scarabocchi e ghirigori. Di solito le nostre canzoni nascono con Gio che mi manda un giro di pianoforte, di chitarra o di basso e io che ci scrivo sopra una prima idea che poi faremo sentire al resto del gruppo. Oppure (anche se è più raro) magari, dopo aver scritto una melodia e delle parole che non se ne vanno dalla mia testa, decido di mandarlo a Gio e vagliamo insieme se presentare l'idea agli altri o meno.
C'è un'esperienza musicale che vi ha segnato in particolar modo?
Sicuramente è stata l'apertura del concerto di Emma Marrone al Whisky a Go Go di Los Angeles. Andare negli Stati Uniti per la prima volta è già di per sé un'esperienza magica, ma sapere che eravamo lì per salire su quel palco prima di un'artista come Emma è una grande sensazione.
Tenete molto al fatto che la vostra musica sia composta e suonata con cura artigianale, che non c'è niente di prefabbricato. Spiegaci...
È semplice. Nasciamo tutti e quattro come musicisti, non come produttori musicali. E questo ci permette di vedere le cose da un'altra prospettiva. Parte tutto da un giro di chitarra o di pianoforte. Ogni cosa parte da zero. Ed è proprio questo il bello. Ogni brano che nasce non è un prefabbricato di qualcosa di già esistente, è come un figlio che nasce e sai che non sarebbe potuto nascere nello stesso modo se non da te.
Che contenuto c'è in "Ego"?
Ego parla di un dialogo interiore tra il “noi” conscio e quello inconscio. Ed è un percorso che spesso viaggia su strade sconnesse e dissestate. Non è un comodo viaggio di vacanza. È una vera e propria esperienza che può permetterti di conoscerti meglio.
Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Al giorno d'oggi il web è il mezzo più rapido per farsi conoscere, questo sì. Ma non è l'unico; quanti artisti conosciamo che non sono partiti dai social e si sono creati una carriera solida e stabile? Sta tutto nel quanto davvero vuoi o meno ottenere qualcosa. Quanto davvero si è disposti a sacrificare tutto in funzione di quello?
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